31/05 – “La donna serpente” di Carlo Gozzi. Laboratorio teatrale integrato “Cerchio Teatro” a Tor Bella Monaca

donnaserpenteLA DONNA SERPENTE

di Carlo Gozzi
adattamento, testo e regia
Roberto Baldassari
aiuto regia e drammaturgia Stefano Fistetto
musiche Francesco Santalucia
coreografie Claudia Vegliante
scene Sergio Maria Minelli
costumi Annamaria Porcelli

con Dario Balsamo, Amina Capuzzi, Giada Colistra, Carmelo Comisi, Simone D’Amico, Alessia Dionisi, Lorenzo Fattorini, Giuseppe Giorgetti, Andrea Gune, Ilaria Maugliani, Riccardo Muglia, Giancarlo Orengo, Benedetta Paris, Chiara Perini, Elisa Scarpa, Giulia Spirito, Giulia Tulli, Zahy Ayoub, Luca Zanotti

Laboratorio Teatrale Integrato “Cerchio Teatro” edizione 2018

Tor Vergata, CARIS – Commissione dell’Ateneo di Roma “Tor Vergata” per l’Inclusione degli Studenti con disabilità e DSA, in collaborazione con la compagnia teatrale DIEGHESIS

BIGLIETTO SOLIDALE 5 EURO
info e prenotazioni 06/2010579
promozione@teatrotorbellamonaca.it

Teatro Tor Bella Monaca
giovedì 31 maggio ore 19.00

Descrizione
La donna serpente, andata in scena per la prima volta a Venezia nel 1762, costituisce un testo rilevante nella produzione fiabesca del conte Carlo Gozzi. In essa confluiscono numerose tessere provenienti dalle letture dello scrittore, soprattutto di area francese, che vanno a costituire un nuovo affresco, la fiaba teatrale, appunto. Nello specifico, questa pièce si pone come il risultato, tutt’altro che estemporaneo, di un fine lavoro di riflessione e di elaborazione delle fonti a disposizione, inserito nel contesto teatrale dell’epoca. Il ritrovamento di numerosi scartafacci riguardanti questa e le altre fiabe, ha permesso di documentare accuratamente le azioni svolte dall’autore sul testo prima di approdare alla versione per lo spettacolo e di ricostruire le sue strategie di scrittura, dall’ideazione alla stesura dell’opera.
(trova QUI la scheda dell’opera)

Il Laboratorio Teatrale Integrato “Cerchio Teatro”, giunto alla sua terza edizione, vuole confermarsi come punto d’incontro e di scambio aperto a persone con e senza disabilità all’interno dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
La proposta nasce dalla consapevolezza che prima ancora delle barriere fisiche, esistano barriere culturali, ancora più difficili da abbattere e contro le quali il disabile, coscientemente o no, deve ogni giorno combattere.
Il Laboratorio Teatrale Integrato “Cerchio Teatro” vuole perciò perseguire la finalità dell’integrazione affettiva, sociale e culturale attraverso lo strumento del teatro e in questo modo sconfiggere pregiudizi e omologazione dimostrando come, attraverso l’arte, la diversità possa divenire un patrimonio, una ricca differenza.

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La prima edizione del Laboratorio, conclusasi il 18 dicembre 2015 con lo spettacolo dal titolo “Su la maschera”, ha visto la partecipazione di circa venti persone (studenti, professori, amministrativi) con e senza disabilità e ha posto le basi per la creazione di un’interessante esperienza di integrazione a più livelli (generazionale, culturale, sociale).

Alla prima edizione ha fatto seguito la seconda con la messa in scena dello spettacolo tratto dalle Baccanti di Euripide. In quella occasione, il percorso si è arricchito di un vero e proprio debutto al Teatro di Tor Bella Monaca il giorno 24 maggio 2017. Il teatro, lo spettacolo, le musiche e una vera scenografia hanno fatto sì che l’esperienza del laboratorio divenisse per i partecipanti un evento fortemente emotivo, un banco di prova in cui saggiare il gruppo, il proprio vissuto.

Attraverso il Laboratorio Teatrale Integrato è infatti possibile riappropriarsi della propria individualità e incontrare quella dell’altro attraverso un lavoro in cui il gruppo diviene fondamentale. Si sente ormai spesso parlare di teatroterapia, psicodramma o drammaterapia, mentre il teatro integrato è una realtà ancora poco conosciuta, forse perché le sue origini risalgono solo agli anni 80 del Novecento. Nel laboratorio integrato si crea un gruppo formato da persone normodotate e ipodotate che, insieme e tutti allo stesso livello, lavorano per il comune obiettivo di portare in scena uno spettacolo. Il laboratorio non si propone quindi come una terapia, ma come un percorso di crescita, teatrale e umana, grazie anche all’incontro con le diversità.

 

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